Per anni Elon Musk è stato acclamato come un genio visionario, capace di rivoluzionare interi settori industriali. Oggi, però, l’impero che ha costruito scricchiola sotto il peso delle sue stesse scelte. Tesla è solo la punta dell’iceberg di una crisi più profonda che investe anche X (ex Twitter), SpaceX e le sue ambizioni nel campo dell’AI. A innescare questa valanga, non sono solo i numeri, ma anche – e soprattutto – le sue scelte politiche controverse, la comunicazione polarizzante e la gestione sempre più instabile che stanno incrinando sempre di più la fiducia di investitori, clienti e stakeholder.
Il Legame con Trump: L’inizio della Fine?
Il punto di rottura si può collocare nel luglio 2024, quando Musk ha dichiarato pubblicamente il suo sostegno a Donald Trump, subito dopo l’attentato al candidato repubblicano. Una presa di posizione che lo ha reso figura centrale dell’universo MAGA e gli è valsa un ruolo ufficiale nell’amministrazione: a capo del nuovo Department of Government Efficiency (DOGE).
Ma la mossa si è rivelata un boomerang. L’associazione sempre più stretta tra Musk e il trumpismo ha polarizzato l’opinione pubblica e messo Tesla al centro di boicottaggi e atti vandalici in tutto il mondo. La rottura definitiva con Trump è arrivata nel giugno 2025, quando Musk ha criticato duramente il “One Big Beautiful Bill Act”, attirando su di sé l’ira dell’ex presidente e una rappresaglia politica che include minacce dirette alle sue aziende.
Come ha osservato Scott Galloway della New York University, siamo davanti a “una delle più grandi autodistruzioni di un brand nella storia moderna”.
Tesla in Caduta Libera: I Numeri Parlano Chiaro
I dati finanziari del secondo trimestre 2025 sono impietosi. Gli utili Tesla sono scesi del 16%, fermandosi a 1,17 miliardi di dollari. I ricavi sono calati del 12%, e le vendite di veicoli elettrici sono crollate del 14%, con appena 384.000 unità consegnate. Una crisi che si trascina ormai da tre trimestri consecutivi.
Musk ha provato a rilanciare l’attenzione sull’intelligenza artificiale e i robotaxi, promettendo un servizio attivo per metà della popolazione USA entro fine anno. Ma i test ad Austin hanno già mostrato criticità significative, alimentando ulteriori dubbi sulla fattibilità del progetto.
A peggiorare la situazione contribuisce la drastica riduzione nella vendita di crediti verdi – dimezzati – e la perdita degli incentivi federali. Il titolo Tesla ha lasciato sul terreno oltre il 18% dall’inizio dell’anno, facendo peggio di qualunque altra big tech.
X: Una Piattaforma Sotto Tiro
Anche X, ex Twitter, è nella bufera. Un’indagine di WeMove Europe ha evidenziato gravi negligenze nella gestione di contenuti sanzionati a livello europeo. Su 125 segnalazioni, solo un post è stato rimosso. L’accusa: complicità nella disinformazione russa e violazioni sistematiche del Digital Services Act.
Nel frattempo, la divisione xAI è stata travolta da scandali legati a chatbot problematici: “Ani” con linguaggio sessualmente esplicito, “Bad Rudy” con contenuti violenti e antisemiti. Le giustificazioni tecniche non hanno convinto, e il danno reputazionale è stato immediato.
Nel tentativo di rimediare, Musk ha lanciato “Baby Grok”, un’IA pensata per i bambini. Ma l’iniziativa è stata accolta con scetticismo, sollevando interrogativi su sicurezza, privacy e gestione dei contenuti per minori. Le indagini formali dell’UE e le inchieste della procura francese sono tuttora in corso.
SpaceX: L’Ultima Fortezza Vacilla
Neppure SpaceX, il gioiello della corona Muskiana, è immune. Dopo la rottura con Trump, la Casa Bianca ha avviato una revisione dei contratti pubblici per identificare alternative a SpaceX. Anche se molti contratti sono ritenuti “indispensabili” per NASA e Difesa, la ricerca di partner alternativi prosegue.
Amazon, con il suo Project Kuiper, è sempre più visto come potenziale concorrente di Starlink, mentre il progetto di difesa “Golden Dome” potrebbe essere affidato a contractor diversi da SpaceX.
Strategie di Recupero: Basteranno?
In questo scenario difficile, Musk sta giocando le sue ultime carte. La più importante è la Tesla Model Q, un’auto elettrica entry-level sotto i 30.000 euro, con 500 km di autonomia e prestazioni superiori a molte concorrenti. Obiettivo: 1,6 milioni di unità consegnate in Europa entro il 2026, per contrastare l’ascesa dei colossi asiatici come BYD.
C’è poi il fronte esperienziale. Il Tesla Diner, inaugurato il 21 luglio 2025 a Hollywood, punta a rafforzare il legame emotivo con il pubblico: un ristorante retrò-futuristico con piatti serviti in contenitori a forma di Cybertruck, robot Optimus che distribuiscono popcorn e contenuti sincronizzati con Tesla Theater. Il format potrebbe essere replicato in tutto il mondo.
Infine, Musk continua a promettere rivoluzioni grazie alla guida autonoma e ai robot umanoidi. Ma la fiducia si è incrinata, e il tempo per riconquistarla sembra sempre più breve. Non a caso, persino la cultura pop si prepara a raccontarne l’ascesa e il declino: Luca Guadagnino sta sviluppando un biopic Amazon MGM dal titolo Artificial.
Conclusioni: Un Impero in Equilibrio sul Filo del Rasoio
Il caso Musk è diventato emblematico di quanto l’esposizione mediatica e politica possa trasformarsi in un’arma a doppio taglio. Oggi l’uomo che voleva colonizzare Marte si ritrova a dover salvare la propria reputazione qui sulla Terra.
Il successo delle sue aziende non dipenderà più solo dalla forza della tecnologia, ma dalla sua capacità di ricucire i rapporti con i consumatori, gli investitori e il mondo politico. Per quanto tempo ancora potrà Tesla reggere sotto il peso del suo fondatore?
E infine: saranno sufficienti le manovre di Musk per salvare la reputazione dei suoi brand e della sua persona? O forse basterà un pubblico ormai talmente assuefatto alle cadute di stile dei potenti da non riuscire più a dare loro il peso che meriterebbero?